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Matteo Procaccioli, Microcities 17, Napoli 2015 - Courtesy of Artistocratic
La galleria Artistocratic, in occasione del MIA Photo Fair - dal 29 aprile al 2 maggio 2016 - presenta le opere di Davide Bramante, Matteo Procaccioli, Massimiliano Camellini e Michele Alassio, all’interno dello spazio The Mall nel quartiere di Porta Nuova Varesine.
L’esposizione, dal titolo “Dov’è l’uomo?”, è una ricerca dell’uomo attraverso le tracce che lascia negli spazi, nei luoghi, nelle città. La sua assenza è vista come un valore aggiunto, non come mancanza, perché essa rileva il forte legame tra persona e ambiente. Le opere pur non presentando mai, o quasi mai, materialmente e fisicamente la presenza umana, sono la testimonianza di ricordi, di attimi vissuti, di emozioni, che persistono e alleggiano ancora tra gli spazi abbandonati di Camellini, tra i luoghi onirici di Alassio, nelle metropoli di Bramante e nelle Microcities di Procaccioli.
Davide Bramante, tra i finalisti del Premio BNL con l'opera My Own Rave Tokyo (Wall of light),documenta il paesaggio urbano delle grandi metropoli, da Roma a Mosca, da Londra alle città d’Oriente, attraverso visioni condensate dei luoghi topici, ottenute tramite la sovrapposizione di differenti immagini nello spazio di un singolo fotogramma. Piazze, grattacieli, edifici storici, strade, insegne luminose si fondono in un continuum unico, che è sintesi ed emblema della cultura contemporanea. Una società convulsa, dove l’uomo sembra essere solo una traccia, o una riproduzione sui cartelloni pubblicitari, e dalla quale l’artista cerca di scappare creando una realtà “altra”. Ciò che prevale e che rimane nella mente e nel ricordo di chi osserva sono le luci, i movimenti, i rumori e la sensazione di camminare sulle strade di Tokyo o a Trafalgar Square all’ora di punta.
Matteo Procaccioli haun approccio più romantico verso il paesaggio. Le sue Microcities sono scenari urbani e delle campagne ripresi dall’alto alla maniera di Mario Giacomelli, dove non vi è la freddezza digitale di Google Earth, ma in cui si percepisce la presenza dell’artista, quasi come se fosse un viaggiatore: «i viaggi in aereo sono come dei sogni. Nei miei ricordi sono ovattati» - dice Procaccioli - che viaggia dalle campagne francesi a Casablanca, dal Vesuvio di Napoli ai grattacieli di Hong Kong e indaga il paesaggio come manifestazione dell’uomo e del suo passaggio, senza mai rappresentare la figura umana, ma solo i suoi segni attraverso linee astratte, elementi figurativi o immagini sfumate, poco definite che lasciano spazio all’immaginazione. Nelle sue opere - come scrive il critico Luca Beatrice - «Ci sono curve, linee, punti, forme geometriche e infinite, ripetizioni di colore, di chiari e scuri, disegnati su un planisfero indagato in lungo e in largo. Da quella prospettiva il mondo si fa piccolo, è una raccolta al microscopio del tessuto che il progresso ha disegnato sulla sua superficie».
Stanza dopo stanza - dagli spogliatoi alla mensa, dalla sala tessitura agli uffici amministrativi - Massimiliano Camellini ci fa entrare nell'ex Cotonificio Leumann, fondato nel 1875 alle porte di Torino. Nel progetto fotografico Ore 18.00, l’orario è finito lo sguardo dell'artista si sofferma sugli oggetti lasciati dai lavoratori, sui macchinari e i tessuti della grande fabbrica, dove tutto si è fermato. «Ho provato sempre la stessa sensazione [...] Era come se ci fosse una presenza-non presenza. Sono stato preso da un forte sentimento di nostalgia per il momento in cui c’erano ancora le persone al lavoro». Dalle parole di Camellini è forte il concetto di dov’è l’uomo? che ritroviamo anche nella serie I Volanti. Un reportage dove l'autore indaga sulle arti e dinamiche umane creando una dialettica tra realtà e finzione, storia e mitologia, senza mai rappresentare davvero l’uomo, ma il volante. L’acrobata del circo diviene un flash di luce bianca sullo sfondo totalmente nero che, come scrive l’editor Riccardo Lorenzino, «potremmo ritrovare nel nostro sguardo di bambini».
Michele Alassio non utilizza mai la figura umana nelle sue inquadrature, alla quale sostituisceilluogo che vive come la metafora di un sentimento, un’emozione, un ricordo. La ricerca di Alassio si è concentrata, fin dai suoi primi lavori, sull’obiettivo di dare un’immagine, attraverso la fotografia, a ciò che ne è privo. Per l’artista esiste una sola possibilità di catturare l’emozione in un contesto e per ognuno solo un’immagine ha diritto di esistere. Ed è per questa visione del rapporto tra fotografia ed emozione, che non ha mai fotografato esseri viventi (troppo presuntuoso tentare di rappresentarne i sentimenti secondo questa ricerca) né creato serie di immagini sullo stesso soggetto o location, come nelle serie proposte Dreams & Nightmares e J.L.B.
Scheda Tecnica
MIA Photo Fair 2016 | Stand 28 A
Sede
The Mall
Piazza Lina Bo Bardi, 1 - Milano
Conferenza Stampa
Giovedì 28 aprile dalle 11.30
Preview ad inviti:
Giovedì 28 aprile 13.00 - 22.00
Apertura al pubblico
Venerdì 29 aprile 11.00 - 21.00
Sabato 30 aprile 11.00 - 21.00
Domenica 1 maggio 10.00 - 20.00
Lunedì 2 maggio 11.00 - 21.00
Informazioni | Contatti | Ufficio Stampa
Artistocratic
info@artistocratic.com | www.artistocratic.com
t. + 39 051 222837 | 348 2360285